Tracciabilità alimentare: quello che c’è da sapere su normativa e sanzioni

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L’importanza della tracciabilità alimentare

Il percorso di un alimento, di un mangime, di un animale destinato alla produzione alimentare, dalla produzione alla trasformazione e fino alla distribuzione deve essere tracciabile.

Il tema della tracciabilità alimentare ha acquisito sempre maggior importanza negli ultimi anni: la sicurezza alimentare del singolo cittadino e la tutela della salute sono diventate le discriminanti per un rigido controllo di qualità ed igiene.

Tracciamento e registrazione offrono al consumatore finale la possibilità di una scelta mirata e consapevole.

Gli italiani si sono rivelati uno dei popoli più attenti a ciò che mette nel piatto, alla qualità degli ingredienti, alla freschezza dei cibi, e alla loro provenienza.

In un mercato alimentare sempre più globalizzato, infatti, la conoscenza della filiera agroalimentare determina la fiducia dei consumatori in un dato prodotto.

Siamo sempre più sensibili alla tipologia di coltivazione, alla provenienza biologica dei cibi, alle tipologie di allevamento e al modo con cui vengono trattati e conservati gli alimenti.

Ne va della nostra salute e ne siamo ben consapevoli.

 

La differenza fra tracciabilità e rintracciabilità alimentare

La tracciabilità alimentare fornisce la possibilità di seguire ogni fase del percorso produttivo di un alimento, dalle materie prime impiegate, fino al prodotto finito che trovi sugli scaffali, indicando di fatto tutti gli step compiuti in ambito alimentare da un prodotto.

E’ importantissimo conoscere il percorso di un prodotto alimentare, la provenienza delle materie prime impiegate, il modo in cui sono state coltivate e il luogo, il tipo di trattamenti chimici che hanno subito o il tempo di raccolta, di macellazione e di preparazione.

Informazioni come la provenienza delle materie prime impiegate, le modalità di coltivazione, il tipo di trattamenti chimici, ecc, sono cruciali per garantire la sicurezza e la genuinità di un prodotto.

Garantire l’originalità di un prodotto, poi, contrasta il fenomeno della contraffazione. Ne sono ben consapevoli i produttori di alimenti Made in Italy, che da sempre soffrono la concorrenza sleale di chi commercializza alimenti che imitano le nostre eccellenze.

La rintracciabilità si lega al concetto di tracciabilità alimentare perché rappresenta tutta la documentazione appresa da ogni operatore coinvolto nel processo di produzione, dall’approvvigionamento delle materie prime fino al prodotto finito, consentendo di fatto il controllo agli organi preposti.

Questo controllo è uno strumento essenziale per la tutela dei cittadini che soffrono di allergie alimentari: sapere in quale stabilimento è stato realizzato un prodotto e se è venuto in contatto con potenziali allergeni può salvare la vita.

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Tracciabilità alimentare: normativa e sanzioni

Cosa dice la Normativa sulla tracciabilità alimentare

La tracciabilità alimentare è diventata obbligatoria per tutti i Paesi dell’Unione Europea dal 1° Gennaio 2005 in applicazione agli articoli del Regolamento Europeo 178/2002 in materia di sicurezza alimentare. A tutti i protagonisti della filiera produttiva, ovvero tutti coloro che producono, trasformano, vendono, trasportano e lavorano il prodotto, spetta la responsabilità di tracciare ogni singola fase di vita del prodotto. Dalle materie prime alla lavorazione, fino alla distribuzione, è obbligatorio conservare tutta la documentazione dei vari passaggi che hanno portato il prodotto sul mercato.

Il più recente Regolamento dell’UE però, quello 1° Febbraio 2018, sembra quasi remare contro al concetto di tracciabilità alimentare.

Restano di fatto tutelati alcune categorie di prodotti, quelli appunto a marchio IGP, DOC o DOP, per i quali la tracciabilità della filiera e le normative a cui sono assoggettati, restano una priorità ed un sinonimo di garanzia nei confronti dei consumatori.

A questi alimenti spetta rinsaldare il legame con il territorio di provenienza e reclamare a gran voce la tracciabilità e l’originalità del prodotto.

Le sanzioni in materia di tracciabilità alimentare

Le sanzioni del mancato alimentare in materia di tracciabilità, fissate dal Decreto Legislativo n. 190 del 5 aprile 2006, variano nella loro entità in base al tipo di violazione.

Le sanzioni variano da quella amministrativo-pecuniaria, fino alla possibilità di essere sottoposti alla regolamentazione del codice penale se le violazioni sono particolarmente gravi o mettono a rischio la salute pubblica.

Un software specifico per il settore agroalimentare può aiutare nella gestione della tracciabilità

I produttori, e tutti coloro che si occupano dell’ etichettatura, sono tenuti per legge a registrare e mantenere tutte le informazioni riguardanti i lotti di produzione dei prodotti alimentari.

È infatti obbligatorio poter risalire in ogni momento alla provenienza delle materie prime e alle fasi di lavorazione del prodotto immesso sul mercato, in modo da abbinare ad ogni numero di lotto la storia del prodotto stesso.

Per facilitare queste operazioni è necessario uno strumento che contenga e gestisca l’intero database di informazioni e che ti permetta di avere il controllo totale sulla filiera alimentare: ti serve un software di tracciabilità alimentare.

La scelta del giusto software di tracciabilità alimentare ti evita dati difficili da catalogare e interpretare o, peggio ancora, di incorrere in errori di sistema che metterebbero a rischio il rispetto della normativa che disciplina la tracciabilità alimentare. Per questo è necessario scegliere il software più sicuro, affidabile e semplice da usare.

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